Il comparto delle aziende italiane costruttrici di macchine per la stampa (che sono rappresentate dall’associazione confindustriale Acimga, (Associazione Costruttori Italiani di Macchine per l’Industria Grafica, Cartotecnica, Cartaria, di Trasformazione e Affini) ha chiuso il primo trimestre 2023 con un fatturato pari a, 627 milioni di euro rispetto ai 584 milioni di euro dello stesso periodo del 2022 (+7,3%).
L’indice degli ordini è risultato pari a 491.7 milioni di euro (544,1 milioni del primo trimestre 2022), caratterizzato da una forte componente estera: gli ordini extra Italia si sono infatti attestati a 304,9 milioni di euro (+23,6% rispetto ai 246,8 del Q12022), controbilanciando il rallentamento del mercato interno.
Sono questi i risultati resi noti dal centro studi di Acimga, in relazione all’andamento del settore nei primi tre mesi del 2023.
“I dati dei primi tre mesi dell’anno ci consegnano un segmento di grande interesse per i clienti esteri – afferma Enrico Barboglio, Direttore Generale di ACIMGA – il dato sull’export è infatti il più alto dal 2019: un significativo segnale che ci stimola a migliorare ulteriormente il nostro ruolo di riferimento per la promozione internazionale del settore. Affiancando e supportando le aziende associate che si aspettano, per i prossimi tre mesi, un andamento congiunturale positivo sia per fatturato che per volume di ordini, sia nei mercati esteri che in quello domestico”.
“Il trend che emerge dai dati delle aziende nostre associate conferma la dinamica dei settori produttivi rilevata dall’Istat con i beni strumentali che, a differenza degli altri principali settori di attività, registrano variazioni positive sia su base mensile sia in termini annui[1]” ha aggiunto Daniele Barbui, Presidente di ACIMGA.
I dati Acimga sono stati ogeetto di un articolo su IlSole 24 Ore a cura di Giovanna Mancini:
“Grafica e stampa, l’export spinge i macchinari”
È soprattutto l’export a trainare la crescita del settore dei macchinari per la grafica e la stampa, che ha chiuso il primo trimestre 2023 con un fatturato pari a 627 milioni di euro, in crescita del 7,3% rispetto ai 584 milioni dello stesso periodo 2022. Il dato sull’export è infatti il più alto dal 2019, spiega Enrico Barboglio, direttore generale di Acimga, l’associazione che rappresenta le imprese italiane del comparto.
«Veniamo da un 2022 molto positivo come produttori di macchine, mentre altre componenti della filiera avevano già registrato alcuni segnali di debolezza alla fine dello scorso anno – spiega Barboglio -. Anche l’anno in corso si è aperto molto bene, probabilmente grazie a una grande quantità di ordini che erano rimasti in sospeso dallo scorso anno, a causa dello shortage della componentistica».
Le linee produttive hanno dunque viaggiato a pieno ritmo nei primi mesi dell’anno ed è probabile che la tendenza positiva sarà confermata anche nel secondo e terzo trimestre, nonostante un rallentamento della domanda cominci a farsi sentire anche in questo settore. «Il fatturato è in crescita, mentre l’indice degli ordini è in calo – conferma il direttore generale di Acimga -. Ma i mercati esteri tengono, in particolare gli Stati Uniti». Secondo le rilevazioni del centro studi Acimga, gli ordini tra gennaio e marzo sono stati pari a 491,7 milioni di euro, in calo del 9,6% rispetto al primo trimestre 2022. Ma a fronte di un rallentamento del mercato interno, gli ordini dall’estero hanno registrato una crescita del 23,6%, attestandosi a 304,9 milioni di euro. Inoltre, questo calo complessivo va confrontato con un 2022 che era stato un anno eccezionale per il settore: l’industria delle macchine grafiche, cartotecniche e di trasformazione aveva chiuso con un fatturato di 2,9 miliardi (+7,3% rispetto al 2021), trainato da un export in crescita dell’8,4% a quota 1,7 miliardi. Anche il livello occupazionale è aumentato, del 3%, salendo a 8.500 lavoratori diretti.
Se dunque un rallentamento della domanda c’è, le imprese prevedono ancora mesi di crescita, sia per esaurire lo stock di ordini accumulato, sia grazie alla dinamicità di alcuni mercati esteri, tra cui gli Stati Uniti già citati e la Cina. «Le analisi di settore prevedono ancora per il periodo 2023-2026 un trend di crescita della produzione, del 3,2% circa», precisa Barboglio. Difficile stimare quale impatto potranno avere fattori come l’inflazione, diffusa in tutti i Paesi, e il rallentamento produttivo della Germania, uno dei principali mercati di sbocco dei macchinari italiani.
Quanto al mercato interno, una leva per la ripresa potrebbe arrivare dalla ripartenza degli incentivi legati a Industria 4.0 e alla digitalizzazione. La loro temporanea sospensione ha sicuramente inciso sul calo della domanda in Italia. «Come associazione chiediamo che ci sia una stabilizzazione di tali incentivi sul medio periodo, in modo da consentire una migliore pianificazione degli investimenti da parte delle imprese», conclude Barboglio.
[1] Fonte: Istat, produzione industriale, marzo 2023.