L’UE e gli Stati Uniti hanno concluso il 27 luglio un accordo politico in ambito commerciale a lungo atteso, evitando l’imposizione di una tariffa generale del 30% da parte degli Stati Uniti a partire dal 1° agosto, che minacciava di sconvolgere le relazioni commerciali transatlantiche da 1,7 trilioni di euro. Il comunicato stampa della Commissione europea è disponibile qui.
L’accordo politico del 27 luglio 2025 non è giuridicamente vincolante. Dovrebbe seguire una ratifica ufficiale. Oltre a adottare quanto prima gli atti esecutivi necessari (in particolare è atteso un atto esecutivo degli USA entro il primo agosto), l’UE e gli Stati Uniti hanno dichiarato che continueranno a negoziare, in linea con le rispettive procedure interne, per attuare pienamente l’accordo politico.
Gli impegni di entrambe le parti comprendono i seguenti punti particolarmente rilevanti (qui rendiamo disponibile la comunicazione di chiarimento della Commissione Europea del 29 luglio):
- l’istituzione di un massimale tariffario unico e onnicomprensivo del 15% per le merci dell’UE. A partire dal 1° agosto, gli Stati Uniti applicheranno questo dazio massimo sulla stragrande maggioranza delle esportazioni dell’UE;
- il tetto massimo del 15% si applicherà anche a eventuali dazi futuri basati sulla Sezione 232 (cfr. US Investigation Timber-Lumber che include prodotti FCG);
- L’UE intende acquistare gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti per l’energia nucleare degli Stati Uniti con un prelievo previsto di 750 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Ciò contribuirà a sostituire il gas e il petrolio russi sul mercato dell’UE.
Con l’impegno da parte dell’UE ad acquistare 750 miliardi di dollari in beni energetici americani, si afferma e si amplia ulteriormente la dipendenza dell’Europa dalle forniture d’oltreoceano. Questa scelta, motivata anche dal bisogno di diversificare dopo la crisi energetica provocata dalla guerra in Ucraina, comporta però ricadute rilevanti su prezzi, stabilità degli approvvigionamenti e competitività delle imprese europee. Le associazioni di categoria italiane sottolineano come i costi per l’industria potrebbero aumentare, esponendo i comparti maggiormente energy-intensive a una competizione ancora più sfavorevole sui mercati globali. Allo stesso tempo, la scelta di barattare aperture commerciali in alcuni settori con la promessa di ingenti investimenti e acquisti energetici segna una svolta strategica nella relazione UE-USA, con l’Europa sempre meno autonoma sotto il profilo dell’energia.
Le notizie di domenica significano, inoltre, che il pacchetto di ritorsione da 93 miliardi di euro di Bruxelles sulle merci statunitensi, che avrebbe dovuto essere attivato il prossimo 7 agosto in assenza di un accordo, e su cui si è focalizzata la nostra attenzione negli ultimi mesi, sarà molto probabilmente ufficialmente sospeso nei prossimi giorni.
In base alle informazioni finora disponibili, quali sono le implicazioni per la nostra filiera?
- Dal primo agosto aliquota tariffaria statunitense del 15% sulla maggior parte delle merci FCG destinate al mercato USA: le tariffe applicate dagli USA a Pasta, Carte e cartoni e prodotti trasformati a base di carta e cartone provenienti dall’UE, attualmente al 10%, passeranno al 15% (l’aliquota del 15% è un massimale e include eventuali tariffe della “Nazione più favorita” precedentemente imposte dagli Stati Uniti);
- I dazi applicati dall’UE sulle importazioni provenienti dagli USA di cellulosa e carta, attualmente allo 0%, dovrebbero rimanere a questo livello (quindi non dovrebbero essere applicati da parte dell’UE i contro-dazi varati il 24 luglio);
In sintesi, con questo accordo del 27 luglio, per il commercio dei prodotti della FCG tra l’UE e gli Stati Uniti, siamo passati da un accordo tariffario SIMMETRICO 0%-0% (in vigore dal 2004) a un accordo tariffario asimmetrico 0%-15%:
· 0% (lato UE) ossia applicato dall’UE alle merci provenienti dagli USA · 15% (lato USA) ossia applicato dagli USA alle merci provenienti dall’UE (salvo alcune eccezioni). |
Visto che molti dettagli non sono ancora noti, aspettiamo ulteriori informazioni dalle fonti ufficiali per completare questa prima informativa.
In prospettiva, inoltre, occorrerà aspettare l’esito dell’indagine 232 già citata, che ci sarà nel prossimo novembre, e che potrebbe comportare ulteriori modifiche (comunque entro il massimale del 15% previsto dall’accordo del 27 luglio).
Confindustria ha richiesto un tavolo di confronto a livello europeo per discutere delle ripercussioni negative dei dazi sull’industria italiana e per valutare eventuali strumenti compensativi a livello nazionale e comunitario. Nella stessa direzione proseguirà l’azione della nostra Federazione nell’ambito di Confindustria e di tutte le rappresentanze settoriali nazionali ed europee.
LA CIRCOLARE INTEGRALE DI FEDERAZIONE CARTA GRAFICA IN FORMA INTEGRALE E’ DISPONIBILE QUI.